XXIV Convegno Tradizionalista della Fedelissima Città di Gaeta.
Sud, quale destino?
di Giovanni Cervero
Sud, quale destino? E’ stato il tema del convegno, all’insegna della tradizione. Gli interventi dei relatori con un comune denominatore: riscoprire la nostra tradizione identitaria, capire chi siamo e da dove veniamo, ma soprattutto costruire il nostro futuro. Una parte del convegno è stata dedicata al trecentesimo anno della nascita di Carlo di Borbone (1716-1788), figlio di Elisabetta Farnese (duchessa di Parma e Piacenza) e Filippo V di Borbone, re di Spagna. “Don Carlos” conquistò il Regno di Napoli nel 1734 a soli 18 anni, scacciando gli Asburgo che la dominavano da 27. Oltre alle gesta dell’infante Carlo sono stati numerosi gli interventi che hanno trattato argomenti non solo storici, ma anche di attualità che ci riguardano molto da vicino, dall’alimentazione, al turismo sostenibile, geopolitica, spiritualità e metafisica, saggezza del vivere, oppure come l’importanza che ha avuto la cristianità che da sempre ha plasmato le vicissitudini dell’antico regno, motivandone leggi e obbiettivi sociali. Anche la santa messa è stata officiata secondo il “rito tradizionale”, cioè in latino, come accadeva fino al 1969, quando Paolo VI a seguito del Concilio Vaticano II ne cambiò i connotati. Erano 400 anni, cioè dal Concilio di Trento che Pio V con il suo “ Quo primum tempore” ne decise la modalità. Conoscevo già questo “rito antico” di svolgere la “ Sacra Messe”, ma era la prima volta, per motivi anagrafici, che partecipavo. Vedere che Don Francesco Giordano, docente di Teologia dogmatica presso la Pontificia Università di San Tommaso a Roma, sempre di spalle all’assemblea, come un vero pastore che guida i fedeli a pregare ed osservare il Cristo posto in alto a rappresentare l’obbiettivo dei cieli, il tutto rigorosamente in latino. Un emozione spirituale unica. Oggi invece le messe sembrano sempre di più a spettacoli teatrali, una chiesa sempre più assoggettata a fenomeni esterni. Purtroppo si sperava di eseguire la messa Tridentina nella chiesa della SS Trinità della montagna spaccata di Gaeta, negata dal prete locale (questa la dice lunga…) e si è dovuta organizzarla nella grande sala convegno dell’albergo Serapo. Alla fine ho scambiato qualche parola con Don Francesco Giordano per alcune delucidazioni, chiedendomi da dove venivo, mi ha confidato che conosceva bene il Vescovo Mandara, molto caro a noi positanesi, dicendomi che è stato proprio il nostro amato Vescovo a permettere la divulgazione del rito Tridentino. Bella Soddisfazione!
Non sarò qui ad elencare tutti i punti, ma proverò a spiegare in maniera sintetica ed essenziale le oltre 15 ore di convegno.
Riuscire a capire cosa sta succedendo in questo mondo sempre più globalizzato, governato da un élite autoreferenziale , sempre più mondialista che ci sta portando in una dimensione senza futuro certo, hanno occupato oramai tutti i settori importanti e strategici che riguardano il nostro vivere quotidiano. Non siamo più popolo, ma masse. Non siamo più persone, ma individui che agiscono per sé e non per la collettività. Questi sono i risultati del liberalismo che ci attanaglia dall’ottocento, creando destra, sinistra, nazifascismo e comunismo, gli uni contro gli altri come ai tempi dei guelfi e ghibellini, allontanandoci dalle nostre tradizioni cristiane che ci hanno sempre tenuto uniti, sostituendole con i nuovi dèi, i nuovi “vitelli d’oro” che hanno trasformato la nostra società da organica allo stato liquido. Veniamo bombardati dai media con notizie che ci fanno temere sempre al peggio, per poi vedere apparire nelle TV questa impresentabile classe politica a suggerirci cosa dobbiamo fare e come comportarci, poiché le loro soluzioni non sono solo le migliori, ma le uniche disponibili, si veda anche come il cambio di alcuni articoli della costituzione (secondo questi imbecilli) ci porterebbe alla salvezza. Nel frattempo potrebbero cambiare gli assetti geopolitici, dopo 70 anni di (finta) pace si prospettano azioni militari, il mare nostrum oltre ad essere diventato il cimitero che vediamo tutti i giorni con gli sbarchi voluti dal sistema (Kalergi), diventerebbe anche uno scenario di guerra peggio delle primavere arabe di qualche anno fa. La Siria è solo l’esempio, le potenze mondiali misurano le loro forze sulla pelle dei civili siriani, dopo averlo fatto in Ucraina del sud, insomma un accerchiamento al nuovo che avanza, l’asse Russia Cina Iran è definito dalla nostra disonesta stampa come il male assoluto, invertendo o manipolando la verità. Bisogna essere molto attenti, cercare le notizie e non subirle, come facciamo comodamente a casa ascoltando i media nazionali, funzionali a pressioni esterne. Vorrei mettere in chiaro alcune cose: lo scopo di questi convegni non sono per il ripristino di eventuali regni o regnanti, ma hanno lo scopo di divulgare il pensiero storico che fu interrotto già nel 1799 ad opera dell’illuminismo, nemico della Cristianità che ha reso sempre più schiavi i popoli, mercificandoli a masse lavoratrici senza dignità, a pensiero unico. Il loro pensiero. Vogliono cambiare (e lo stanno già facendo) i valori fondanti, come la famiglia, rendendoci una massa di single senza figli, importando sempre più immigrati senza patria, eliminando per sempre la nostra identità. Questa è la globalizzazione. Una macchina infernale del “Nuovo Ordine” per governare meglio, al di sopra degli stati nazionali e religioni, che saranno spazzati via introducendo la loro nuova religione.
Il convegno chiude con il raduno presso il Santuario della SS Trinità alla montagna spaccata, in cui Eugenio Bennato si esibisce con il canto di Ninco Nanco, eroe combattente caduto per la difesa dei suoi e nostri ideali. Infine ci sarà il lancio a mare della corona di fiori in memoria dei Caduti del Regno delle Due Sicilie e la rievocazione storica con alzabandiera lungo gli spalti della batteria Transilvania.