Da oggi 3 giorni di dibattiti sulla memoria e il destino del Mezzogiorno che non si arrende. Oltre il dominio globalista
DA NAPOLI A GAETA IL FUTURO DEL SUD
NAPOLI. «La maledizione degli uomini è che dimenticano». Il Mago Merlino dell’“Excalibur” di John Boorman basterebbe da solo a sintetizzare il dramma del Sud. Hanno dimenticato gli altri, ma abbiamo dimenticato soprattutto noi. Noi napoletani, calabresi, siciliani, noi abitanti di un villaggio globale nel quale tradizioni, identità, culture – memorie, appunto – non contano più nulla. Sono considerati orpelli di un passato tanto remoto da essere ormai destinati alla discarica della storia. La maledizione paventata da Merlino è dunque oggi più che mai attuale. È per combatterla che a partire dalle ore 16 di oggi prenderà il via il XXIV convegno tradizionalista della Fedelissima città di Gaeta. Tre giorni all’Hotel Serapo durante i quali storici, giornalisti, sociologi, scrittori, ricercatori, medici, magistrati, antropologi e musicisti si confronteranno su tantissime tematiche per ricordare non solo il Mezzogiorno che è stato, ma soprattutto per provare a disegnare una prospettiva del Sud che sarà. Organizzato da Controcorrente edizioni, la battagliera casa editrice napoletana guidata da Pietro Golia e dall’Associazione Amici dell’Alfiere, il convegno proverà a rispondere a una domanda che resta di capitale importanza per l’Italia intera: «Sud, quale destino?». Interrogativo al quale si aggiunge un sottotitolo chiaro, che pone i paletti del percorso: «Comunità, autonomia, sovranità, identità, tradizione, difesa della terra».
Ecco, è all’interno del limes delimitato da questi concetti che il convegno intende sviluppare una risposta non convenzionale, al di fuori dei canoni del politicamente corretto e in aperta contestazione del globalismo imperante.
«Ancora una volta si interpreterà la nostra storia e si illustreranno tutte le storie che altri continuano a raccontare – spiegano gli organizzatori –. Si rivendicheranno la nostra memoria, la nostra identità e la nostra tradizione, per vivere il presente e organizzare il futuro dei popoli del Sud».
Una proposta originale per un nuovo cammino di autonomia, nella consapevolezza che solo se saprà ripensarsi come comunità di destino il Sud potrà tornare a occupare il posto che gli compete nel mondo.
Il PROGRAMMA. Il programma è molto fitto e già oggi nella Sala Verde dell’Hotel Serapo di Gaeta si alterneranno una serie di relatori, tra i quali Vincenzo Giannone, Stefano Arcella, Fabio Torriero, Ivan Guidone, Pasquale De Luca, Paolo Borgognone, Felicia Di Paola, Gaetano Troisi e molti altri. Al termine si accenderà il dibattito per poi giungere alla giornata di domani, quando a partire dalle 10, nella sala di Ponente parleranno, tra gli altri, Giuseppina Focaccio – che ricorderà la figura e l’opera del giornalista Armando De Simone e il suo ultimo libro, “Carlo Gentile, un napoletano tra gli indiani d’America” (Controcorrente) – Gianandrea de Antonellis, Renato Rocco, Alessandro Sansoni, Gianni Turco, Pietro Golia, Emidio Novi, Eugenio Bennato, Edoardo Vitale, Massimo Cimmino, Mario Manzo, don Francesco Giordano, Roberto Martucci, Guido Belmonte. Il convegno, che cade nel trecentesimo anniversario della nascita di Carlo di Borbone, si chiuderà domenica alle 12, con l’emozionante cerimonia del lancio a mare della corona di fiori in memoria dei caduti del Regno delle Due Sicilie e una rievocazione storica.