Nell’area portuale di Salerno, da una decina d’anni, emerge una sorta di grande Muraglia – pesante nello stile architettonico e nella composizione – che separa il porto dalla città antica, e che – per formazione e luogo dov’è stata realizzata – pare essere un gigante dai piedi d’argilla. Per realizzarla, infatti, è stato deviato il corso di un torrente storico della città, il Fusandola, fatto divenuto in seguito oggetto di accesi dibattiti e polemiche politiche, nonché di procedimenti ed atti giudiziari, oltre alla pletora di fallimenti delle imprese costruttrici.
Tutto ciò è avvenuto mentre il sindaco di Salerno era Vincenzo De Luca, l’attuale presidente della Regione Campania, che ha creduto e voluto fortemente questo “gigante dai piedi d’argilla”, il Crescent, progettato dall’architetto catalano Ricardo Bofill.
L’autore del libro descrivere accuratamente il percorso di amministratore e politico locale di De Luca, dalla costruzione del suo consenso elettorale al consolidamento della sua leadership nel centro-sinistra salernitano, fino alla realizzazione di una serie di ‘grandi opere’ che avrebbero dovuto trasformare la “Salerno provinciale” in una faraonica “Salerno europea”.
La stagione delle grandi opere pubbliche avrebbe dovuto ammodernare la città e avrebbe dovuto fungere da leva economica al territorio. Questo almeno era negli intenti. Ma si sono realizzati questi obiettivi? Questa azione politica di trasformazione cosa ha prodotto in realtà? La città ne ha tratto realmente beneficio? La qualità della vita è migliorata? Questi sono i quesiti che trovano risposta ne “La grande Muraglia nel porto di Salerno. Come si sfregia una città” di Gaetano Troisi.
Il lettore, desideroso di conoscere il periodo deluchiano o il cosiddetto “sistema Salerno”, incontrerà uno scritto lineare, scorrevole, chiaro e coerente con i fatti realmente accaduti, grazie anche alle numerose citazioni di articoli giornalistici dell’epoca.
Il libro nei primi tre capitoli ci racconta della nascita del consenso, dei primi passi della direzione e gestione De Luca e dei primi progetti di trasformazione urbana realizzati in città. Il quarto capitolo va a descrivere gli errori, le omissioni, le negligenze della politica urbanistica fatte all’epoca. Il capitolo successivo è dedicato ad altre opere pubbliche che tuttora sono sospese, alla formazione del progetto politico deluchiano, al ruolo delle grandi firme di architetti internazionali, alla piccola tangentopoli salernitana, alla realizzazione del nuovo palazzo di giustizia.
Infine, gli ultimi due capitoli descrivono la politica urbanistica deluchiana fatta di opere pubbliche che hanno trasformato la città magari con metodi ed effetti discutibili (ma questo lo giudicherà il lettore attento). In particolare il penultimo capitolo descrive dettagliatamente la storia della grande Muraglia del porto salernitano, dallo sventramento della zona delle Chiancarelle, alle gettate di cemento nel mare volte ad edificare il colosso dai piedi d’argilla, alla deviazione della foce del torrente Fusandola e perfino aspetti folkloristici derivanti dalle dichiarazioni per nulla ortodosse dell’allora sindaco.
Personalmente, ritengo che il libro di Gaetano Troisi – ordinabile attraverso questo stesso sito – non debba essere considerato in nessun modo un tentativo di denigrazione di un determinato periodo storico della città di Salerno e né di un preciso uomo politico che, nel bene o nel male, ha sicuramente lasciato un segno.
Il libro, semmai, mira a rappresentare una narrazione “alternativa” dei fatti e dei protagonisti dell’epoca ben diversa da quella “ufficiale” che in questi anni è stata fatta. Il libro, anche alla luce dei recenti fatti legati al COVID-19 in Campania, è da considerarsi ancora attualissimo per capire il funzionamento di un determinato sistema politico.
Antonio Saggese