Controcorrente ricorda con commozione e gratitudine Bruno Tarquini, magistrato e scrittore, morto nella sua Teramo al termine di un percorso terreno caratterizzato da rettitudine, sagacia ed erudizione. Al cospetto della sua figura emergevano immediatamente le rare doti umane, il garbo, la semplicità e la disponibilità. Un uomo d’altri tempi. Già procuratore generale della Corte d’Appello di Teramo, Bruno Tarquini negli ultimi anni della sua vita si era dedicato agli studi e alla scrittura.
La sua ambizione era soprattutto quella di far conoscere a tutti un aspetto della finanza e dell’economia che è sempre rimasto nascosto nei luoghi oscuri del Palazzo, come qualcosa che non convenisse svelare al popolo. Ovvero, che lo Stato aveva da tempo rinunciato alla propria sovranità monetaria in favore di un ente privato, la Banca d’Italia, per giunta indebitandosi nei suoi confronti… Pertanto, il popolo si ritrovava debitore di quella moneta di cui, invece, sarebbe dovuto essere proprietario…
Nacque così nel 2010 “La banca, la moneta e l’usura. La Costituzione tradita”, che Tarquini volle affidare alla casa editrice Controcorrente, «la sola – diceva – che potesse pubblicare quel testo.» A seguire si dedicò ad un altro studio che pure l’affascinava molto: quello che riguardava la figura di Petr Arkadevic Stolypin, ministro dello zar di Russia che fu ucciso per la sua riforma agraria. Anche questo volle che fosse pubblicato da Controcorrente.
Con Bruno Tarquini, Pietro Golia instaurò un rapporto sincero di cordialità e stima. Che ora continuerà e si consoliderà in altri luoghi… Controcorrente si unisce al dolore della famiglia, della moglie Hylda e dei figli Daniela, Antonella e Roberto.