I MISTERI DEL SOLE

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Descrizione

Il culto di Mithra nell’Italia Antica

di Stefano Arcella

La storia del mitraismo romano s’intreccia con quella dell’Occidente nell’età imperiale di Roma antica (II-IV sec. d. C.). La vicenda di questo culto misterico offre all’Autore l’opportunità di applicare ad un argomento specifico, quel metodo «tradizionale» di ricerca che Julius Evola – riprendendo le felici intuizioni di Jacob Bachofen e di Fustel de Coulanges – aveva esposto ed adoperato in Rivolta contro il mondo moderno e che è stato seguito anche da altri Maestri della Tradizione al cui insegnamento l’Autore è parimenti sensibile.
Il metodo «tradizionale» di ricerca privilegia l’attenzione al simbolo – colto nella polivalenza dei suoi significati – ed al mito, visto come espressione dell’anima e dei valori più profondi di una cultura. È un metodo che richiede un approccio mentale di grande sintesi, poiché il simbolo ha la capacità di unire il visibile e l’invisibile, di accostare l’uomo ai significati spirituali più profondi, facendo appello alle sue capacità intuitive ed alla sua sensibilità, mentre il pensiero analitico scompone e divide, classifica e razionalizza tutto, risolvendosi in un approccio freddo, arido e riduttivo della realtà dell’uomo e del mondo.
Al tempo stesso, questo metodo si apre all’apporto delle fonti letterarie, epigrafiche ed archeologiche, consentendo un’originale simbiosi fra l’accostamento al mito ed al simbolo ed il ricorso alle fonti storiche secondo i criteri della ricerca scientifica moderna.
L’intuizione dei simboli e dell’iconografia mitriaca, il contenuto dell’esperienza interiore dei seguaci del Dio della Luce, il profilo astrologico di questa religione stellare, l’etica della lealtà e della fedeltà, della sacralità dei patti e dell’amicizia, sono i tratti salienti di questo libro ove l’Autore è attento, nello stesso tempo, all’aspetto storico (religioso, politico e giuridico) dell’incontro/scontro fra paganesimo solare e cristianesimo nell’età del Tardo Impero.
Le suggestive epigrafi sulla trasmissione dei misteri mitriaci, le elaborazioni neoplatoniche di un Giuliano imperatore, il rapporto fra misteri mitriaci e sacramenti cristiani, completano questo studio il cui capitolo finale riserva al lettore la conoscenza d’alcuni aspetti del mitraismo che potrebbero essere sorprendenti.

STEFANO ARCELLA, studioso dei culti gentilizi in Roma arcaica e del pensiero tradizionalista del Novecento, ha curato, per la Fondazione Evola di Roma, la pubblicazione delle Lettere di Julius Evola a Benedetto Croce (1925-1933), Roma 1995, e delle Lettere di Julius Evola a Giovanni Gentile (1927-1929), Roma 2000. Entrambe le opere sono precedute dai saggi introduttivi del curatore sul pensiero del filosofo romano e sul suo rapporto con la corrente dell’Idealismo. In Studi Evoliani 1998 ha pubblicato uno studio su “La collaborazione di Evola all’Enciclopedia Italiana” e nel 1999 “Evola e la cultura partenopea negli anni ‘30”.
Tra i suoi scritti, sono da segnalare, inoltre: Religiosità e presenza politica degli Orazi fra il VI e il IV secolo a.C., in Ricerche sull’organizzazione gentilizia romana (a cura di G. Franciosi), II, Ed. Jovene, Napoli, 1988; I Fabi e la tradizione annalistica, in Ricerche sull’organizzazione gentilizia romana (a cura di G. Franciosi ), III, Ed. Jovene, 1995 .
Stefano Arcella è anche uno studioso della legislazione sui beni culturali. Ha pubblicato La gestione dei beni culturali (Napoli 2000).

«Eros alato guida l’anima nel suo viaggio. Senza il Fuoco interiore dell’Amore per il sovrannaturale, non è possibile “spiccare il volo” e ascendere lungo i sette gradi dell’iniziazione mitriaca. La Via da percorrere per incontrare il Sole interiore richiede Amore, senza del quale non si hanno buoni frutti. Solo coltivando questa disposizione interiore, il seguace di Mithra può divenire un combattente del Dio della Luce e sconfiggere le “Tenebre”, dentro e fuori di sé, realizzando il senso complessivo della vita terrena secondo quest’insegnamento spirituale. L’Amor mistico prepara dunque al combattimento e alla vittoria, in senso sacrale e mistèrico, in nome del Dio della Luce».

«Mithra, Dio della Luce, è in realtà il Sole interiore, la “corona di luce” che l’adepto ridesta in se stesso, dopo aver rinunciato alle corone del mondo».

«Cautes (il mistico portatore della fiaccola, alleato di Mithra) è raffigurato sul lato orientale del tempio con la torcia sollevata, accanto ad un’ara ardente e ad un gallo, a simboleggiare il legame fuoco rituale-forza solare nel momento delle prime luci dell’alba, quando il gallo canta ed annuncia la nuova luce».

«Solo dopo aver domato e poi sacrificato il “toro interiore”, trasfigurandolo nella spiga di grano, solo allora si banchetta col Pater (la guida spirituale della comunità dei seguaci di Mithra), solo allora ci s’incontra col Principio Solare».

«Gli iniziati al 6° e al 7° grado banchettano gioiosamente e ritualmente; l’elevazione spirituale è, infatti, un’esperienza gioiosa, l’aprirsi ad un modo nuovo di affrontare la vita, illuminata dall’incontro col Sole interiore».

Editore: ControCorrente

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